domenica 17 febbraio 2013

CITAME, CITAME MUCHO ...

Il problema delle citazioni riportate sui blog è che 
è molto difficile verificarne l'autenticità. 
(William Shakespeare)




Milton Erickson stesso conclude la prefazione del libro “I modelli della tecnica ipnotica di Milton Erickson” (Astrolabio), di Richard Bandler e John Grinder, con queste parole: 
“Scrivere la prefazione a questo libro è stato un piacere e un privilegio. Lo dico non perché esso riguardi le mie tecniche ipnotiche, ma perché da troppo tempo ormai si avverte l’esigenza di riconoscere che una comunicazione densa di significato va sostituita alle verbosità ripetitive, ai suggerimenti diretti e ai comandi autoritari.”

Ricordo anche un trainer spiegare durante un corso che  se si chiede a qualcuno di fare qualcosa con un comando diretto spessa la persona può offrire resistenza ed opporsi al comando stesso, una funzione normale della psicologia umana, mentre Milton Erickson utilizzava perlopiù metodi indiretti di comunicazione, proprio per evitare questa resistenza, come ad esempio le citazioni, ovvero dire qualcosa attraverso le parole di qualcun altro.

Così chi ha imparato i modelli ipnotici di Milton potrebbe cominciare ad esempio una frase in questo modo: “L’altro giorno ho incontrato un amico che stava attraversando un momento difficile e quando gli ho chiesto come stesse mi ha risposto: Sai, ho scoperto che posso sentirmi bene ogni volta che voglio, senza nessuna ragione specifica. Dipende solo da me.”
In questo modo riusciamo a suggerire alcune possibilità all’altra persona (puoi sentirti bene) mantenendo il rapport con lei grazie alla morbidezza e non intrusività della comunicazione indiretta.


Anche gli scrittori usano tecniche simili come ad esempio Nabokov in Ada o ardore (Traduzione: Margherita Crepax):


“Tutte le famiglie felici sono più o meno diversetra loro; le famiglie infelici sono tutte più o meno uguali” dice un grande scrittore russo al principio di un famoso romanzo (“Anna Arkadievitch Karenina”, trasfigurato in inglese da R. G. Stonelower, Mount Tabor Ltd., 1880).
Vera e Vladimir Nabokov giocano a scacchi.

In questo modo Nabokov può indurre il lettore a riflettere su come sono le famiglie infelici in modo che il lettore accetti più facilmente la frase d'esordio del romanzo.

Un altro esempio lo troviamo in Come Dio Comanda (Premio Strega nel 2007) di Ammaniti dove ad un certo punto
egli scrive :

Era un piano semplice.
«E la semplicità è la base di ogni cosa fatta come si
deve» gli diceva sempre suo padre.
Nicolò Ammaniti
Notate come in questo modo noi lettori siamo indotti a considerare più facilmente la frase posta tra virgolette (in questo caso una convinzione), senza opporre resistenza perché Ammaniti non ce la propone direttamente ma la fa dire da un personaggio, e in più il personaggio cita il proprio padre. Doppiamente indiretta, doppiamente efficace.

Dichiarando una nostra convinzione potrebbe succedere che questa non sia condivisa da altri e così facendo rischiamo di allontanarci da chi ci sta leggendo.  Allora ecco che gli scrittori s’inventano modi per farci arrivare comunque il messaggio in altro modo. Elizabeth Rowling in Harry Potter e la pietra Filosofale (traduzione di Marina Astrologo, Salani Editore), sceglie nientemeno che Abus Silente per dire:
“Esistono molti tipi di coraggio. Affrontare i nemici richiede notevole ardimento. Ma altrettanto ne occorre per affrontare gli amici.”
Abus Silente


Un’altra forma di comunicazione indiretta utilizzata dagli scrittori, molto vicina a quella della citazione, è il meccanismo narrativo del “manoscritto ritrovato” spesso usato dagli scrittori di romanzi come ad esempio, da Cervantes nel Don Chisciotte.
Don Chisciotte e Ronzinante, di Honoré Daumier
Cervantes si inventa la figura dello storico Cide Hamete Benengeli, di cui Cervantes dichiara di aver ritrovato e tradotto il manoscritto in arabo nel quale sono raccontate le vicende di Don Chisciotte.
Con questo artificio il narratore asserisce di non essere lui l’autore della storia raccontata, ma di averla ritrovata in un testo di un'altro scrittore e quindi, appunto, di citarla semplicemente.


Non è necessario che la citazione o il manoscritto siano falsi, possono anche essere cose assolutamente reali e accadute veramente, quindi citazioni di amici, nonni, genitori, libri, film e così via. Quello che conta è cominciare a considerare l’efficacia della comunicazione indiretta.  

Anche Walter Scott finse di aver trovato notizia in antichi documenti scozzesi delle gesta che racconterà in IvanhoeAlessandro Manzoni ricorse anch’egli al manoscritto ritrovato, scrivendo nell’Introduzione ai Promessi Sposi di aver trascritto la storia dei due “promessi” dallo “scartafaccio” di un cronista del Seicento.

In tempi più recenti Umberto Eco comincia così
“Il Nome della Rosa”:

Naturalmente, un manoscritto

Il 16 agosto 1968 mi fu messo tra le mani un libro dovuto alla penna di tale abate Vallet, Le manuscript de Dom Adson de Melk, traduit en français d'après l'édition de Dom J. Mabillon (Aux Presses de l'Abbaye de la Source, Paris, 1842). Il libro, corredato da indicazioni storiche invero assai povere, asseriva di riprodurre fedelmente un manoscritto del XIV secolo, a sua volta trovato nel monastero di Melk dal grande erudito secentesco, a cui tanto si deve per la storia dell'ordine benedettino.
La chiave degli esempi presentati non è tanto quella dello stratagemma o dell’espediente narrativo, ma piuttosto il trovare un mezzo per riuscire a comunicare indirettamente in quanto la modalità di comunicazione indiretta risulta essere più efficace.

E nel cinema?


Si diceva che il film The Blair Witch Project fosse stato realizzato montando le scene spaventose registrate su una cassetta di una telecamera amatoriale ritrovata per caso in seguito alla scomparsa misteriosa di tre ragazzi.
L'inquadratura sul volto di Heather, una dei protagonisti

Oppure il film Cloverfield  come giustamente dice wikipedia “si apre con il marchio "Proprietà del Governo degli Stati Uniti" sullo schermo, ad indicare che gli spettatori stanno osservando una memory card del video del caso "Cloverfield" (campo di trifogli), trovato in un'area precedentemente nota come "Central Park". Le riprese seguenti costituiscono il resto del film, tutte fatte tramite il punto di vista di una videocamera amatoriale portata a mano.”

In entrambi i casi il manoscritto viene sostituito dalla "telecamera ritrovata" mantenendo fermo il principio.

Notiamo quindi un livello di sottigliezza ulteriore e cioè come il mezzo scelto per la citazione possa ricalcare anche la modalità di comunicazione stessa: se sto parlando a qualcuno racconto di una cosa che mi è stata detta, se sto scrivendo ritrovo un manoscritto, o una lettera, o un libro, e lo trascrivo; se faccio un film ritrovo una telecamera amatoriale con scene interessanti.

Il prossimo passo sarà quello di un blogger che scriverà di aver scovato un fantastico blog che racconta storie incredibili :-)

driadema@gmail.com


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2 commenti:

  1. Ti adoro! :) Sai che volevo metterlo? Poi ci ho ripensato perché la canzone non mi ha entusiasmato in realtà ...

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